Certaldo Alto, la città natale di Boccaccio
Certaldo, una piccola città a metà strada tra Firenze e Siena, vanta un borgo medievale idiliaco e un cittadino famoso. Giovanni Boccaccio, autore de Il Decameron, probabilmente nacque in questa città che continua a celebrarlo anche dopo 700 anni dalla sua morte.
La città è divisa in due parti: la parte bassa non è propriamente turistica ma è la zona più moderna e grande dove i cittadini vivono. Per una tranquilla giornata all’insegna del turismo, invece, potete lasciare la vostra macchina al parcheggio di Piazza Boccaccio, praticamente al di sotto di Certaldo Alto. Vi accorgerete di essere arrivai perché la statua di Boccaccio, eretta nel 18° secolo per celebrare i 500 anni della mostra dell’illustre autore, non passa certo inosservata.
Salite a Certaldo Alto attraversando Via Costa Alberto, a piedi (10 minuti in salita) o con la funicolare, e vi ritroverete in una bellissima città storica ben preservata. Via Costa Alberti diventa poi Via Boccaccio, una strada pedonale che funge da via principale. La maggior parte dei palazzi sono completamente in mattone, come se nulla fosse cambiato da quando Boccaccio passeggiava per queste strade. Infatti, passeggiare è molto semplice visto che tutti gli edifici principali si trovano su questa strada.
Andando avanti sulla strada omonima, sul lato destro c’è Casa Boccaccio, adesso trasformato in museo. Il 15 Gennaio del 1944 un attacco aereo distrusse la maggior parte dell’edificio originale, ma è stata ristrutturata in modo da ricostruire l’aspetto originale dei tempi del famoso scrittore. È interessante notare, che l’unica parte che rimase intatta dopo i bombardamenti fu una parete affrescata da Pietro Benvenuti. L’affresco risale al tardo 19° secolo e raffigura Boccaccio seduto a scrivere. Al primo piano vi è una libreria con una collezione impressionante di opere dal 16° al 18° secolo insieme ad alcune rarissime traduzioni de Il Decameron.
Continuando la passeggiata, sicuramente noterete una torre molto alta. Questa torre si trova al Palazzo Machiavelli ed è fatta interamente di mattoni. La torre non è stata ristrutturata dalla sua costruzione risalente a qualche tempo prima il 1350. Nel Medioevo, le torri venivano usate per sottolineare il potere della famiglia che le aveva fatte costruire, per questo venivano spesso distrutte dalle fazioni contrarie. Negli anni successivi, le torri recise nella parte finale in modo da poter fare da punto di partenze per nuove costruzioni. Osservando la superficie butterata, si possono ancora vedere i punti in cui sarebbero stati posizionati i balconi di legno e le impalcature. Questa torre, rimanendo ancora in eccellenti condizioni rappresenta un raro esempio di perfezione architettonica.
Alla fine di Via Boccaccio c’è la chiesa di Santi Jacopo e Filippo. Costruita agli inizi del 13° secolo, inizialmente doveva essere il priorato per Pieve di San Nazzaro a Lucardo. Nel 15° secolo divenne proprietà dei monaci Agostiniani e rimase sotto il loro controllo fino a quando l’ordine non venne soppresso nel 1783. Il complesso ha subito diversi rinnovamenti e cambiamenti ma in gran parte rimane nel suo splendore originale. Il rinnovo più recente risale al 1900 quando Provost Pieratti fece rimuovere lo stucco originale in modo da ridecorare l’intera chiesa con degli affreschi floreali neo-Romantici.
Attraversando la navata verso l’altare, saltano subito alla vista il cenotafio e l’epitaffio di Boccaccio. Un busto di Boccaccio con i mano il famoso Decameron, scolpito da Giovan Francesco Rustici nel 1503, è posto sulla tomba di marmo dello scrittore. Andando avanti, verso il presbiterio, vi sono due tabernacoli di Della Robbia che vale la pena fermarsi ad ammirare. Vi è inoltre una pala di bottega di Della Robbia che funge da tomba di Beata Giulia, una santa nata nel 14° secolo, famosa per essere la salvatrice dei bambini che restavano bloccati negli edifici in fiamme.
Dopo aver fatto il pieno di arte e storia, concedetevi uno spuntino e un bicchiere di buon vino in uno dei tanti ristoranti che popolano le piccole strade di Certaldo. Provate un piatto con la cipolla rossa che porta il nome della città: Cipolla di Certaldo. In inverno con una zuppa, in’estate con la panzanella. Se c’è bel tempo, sedetevi ad ammirare la bellissima città di mattoni che avete appena visitato e brindate in onore dell’atuore che ha contribuito a garantire la sua straordinaria conservazione.