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La storia di Dievole raccontata dai documenti

In questa Storia

Immaginate se si potesse pagare l’affitto con soli 6 soldi, 2 capponi e 3 pagnotte di pane! Ed è proprio questa la quota assegnata a due contadini, Winizio di Sichelmo e Rodolfino di Ardimanno, nel lontano 1090 per una pezzo di terra chiamato “Dieulele”, non molto lontano da Siena. Come avrete immaginato, siamo proprio noi: Dievole. E se vi siete mai chiesti perché il nostro logo include la data 1090, adesso sapete il perché! I documenti custoditi presso l’Archivio di Stato di Siena ci forniscono un’affascinante resoconto della storia della nostra proprietà, scritta su dei piccoli libri promemoria, che abbiamo deciso di riassumere per voi.

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La zona affittata dai due uomini di origini tedesche era proprietà di un monastero vicino fondato nell’ottavo secolo da Warnefrido. Probabilmente il vino veniva già prodotto in questa zona. Ci troviamo nella parte superiore della Val d’Arbia (abbiamo utilizzato questo nome per il nostro ultimo Rosato), vicino al fiume che porta lo stesso nome, nell’area del Chianti. Una fonte risalente al 16° secolo, il De naturali vinorum historia et de vinis Italiae di Andrea Bacci sostiene che questa particolare area produce “semper optimis vinis” e anche in grande abbondanza.

Andrea Bacci’s De naturali vinorum historia et de vinis Italiae
Andrea Bacci De naturali vinorum historia et de vinis Italiae

Un documento risalente al 1317 – che elencava tutte le proprietà e i possedimenti per il catasto – annota che a quei tempi Dievole era un villaggio di medie dimensioni in cui risiedevano 140 persone. Vi erano campi coltivati con cereali, vigne e animali da pascolo. Inoltre si sottolinea uno sviluppo delle proprietà, che si muovevano verso la creazione di vere e proprie aziende agricole, più grandi ed organizzate, allontanandosi dal modello di divisione del territorio in piccole parti uguali che aveva caratterizzato il periodo precedente.

Il documento successivo ci fa fare un salto fino al 1676; si tratta di una verifica granducale che vede un certo Sig. Angelo Malevolti come proprietario dell’intera zona, nel frattempo passata sotto l’amministrazione della vicina Vagliagli. Non era più un villaggio contadino ma “un elegante tenuta di campagna con fattoria annessa”. La famiglia Malevolti era uno dei nomi più importanti del territorio Senese – insieme ai Piccolomini, ai Tolomei e ai Gallerani, erano i maggiori proprietari di terre – e pare che siano stati proprietari di Dievole dalla fine del 15° secolo. Ci sono numerosi documenti che dimostrano l’acquisto dei terreni circostanti nell’ambito di un progetto di espansione della proprietà, poi diventata di dimensioni molto simili a quelle attuali. Grazie, famiglia Malevolti!

 

Dievole in documents
Dievole il documento

L’azienda agricola si espanse e si arricchì nei secoli successivi. Sappiamo ora che la villa, progettata da un certo Ettore Romagnoli nel 1799, aveva un aspetto molto simile a quello attuale. Un censimento del 1832 descrive la proprietà come una “Fattoria con corte interna, torchio per olio, pollaio, granaio, chiesa e giardino”. C’è anche la descrizione di una grande area verde e una parte di bosco utilizzata per la caccia. Nonostante i documenti legali possa risultare poco interessanti, durante la lettura potevamo già immaginare il cortile centrale di Dievole così com’è oggi, con il pozzo e il sentiero che porta alla sala per la colazione e alla zona del giardino in cui di solito serviamo la cena.

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Nel 1870, la famiglia Malevolti decise di vendere la proprietà, che ha vissuto un periodo di instabilità, cambiando proprietario ogni venti anni, a causa di un problema di gestione delle proprietà terriere (non più vicino alla mezzadria). L’area è stata dunque convertita in un moderno centro di produzione di Chianti Classico, che ci porta fino ai giorni nostri.

Oggi, Dievole è un produttore di vino rinomato, con una villa del 18° secolo e un borgo medievale in grado di offrire ai nostri visitatori provenienti da tutto il mondo un’esperienza completa alla scoperta della nostra ricca storia.

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