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Bacco, Dioniso o Fufluns: il dio del vino nella mitologia romana, greca ed etrusca

Nell’antica Grecia si chiamava Dionisio, mentre per i latini era Bacco e ancora secondo la mitologia Etrusca prendeva il nome di Flufuns. Stiamo parlando del dio del vino e dell’estasi. Ma vediamo insieme come è nato il mito e in che modo è stata rappresentata la sua figura nell’arte e nel tempo.

Nascita del dio del vino nella mitologia greca

Secondo il mito, nella sua versione forse più diffusa, Dioniso nacque dall’unione di Zeus con una mortale: Semele, figlia del re di Tebe. Si narra che Zeus, innamoratosi perdutamente della mortale, le avesse nascosto il suo vero aspetto, ma la giovane Semele, istigata dalla gelosia di Era, unica moglie legittima del padre di tutti gli dei, gli chiese di poterlo vedere nelle sue vesti di divinità. Così Zeus le comparve con la folgore e lei restò incenerita.
A quel punto Zeus decise di salvare dal corpo di Semele il piccolo Dioniso e se lo cucì nella coscia per portarne a compimento la gestazione; quando il bimbo venne alla luce poi, lo affidò alle ninfe del monte Nisa perché lo allevassero.

Così il piccolo Dionisio crebbe nella solitudine dei boschi, educato da Sileno, saggio e anziano figlio di Pan e di una ninfa, che gli insegnò a piantare la vite e a fare il vino.

Da quel momento Dionisio insegnò agli uomini la viticoltura girando per il mondo su un carro trainato da pantere – che rappresentano l’irrazionalità – e un seguito di musici, danzatrici, baccanti e divinità minori.

 

Culto del dio del vino nella religione romana

Iil culto del dio del vino e della vendemmia, del piacere dei sensi e del divertimento, arrivò poi nella penisola Italica nel II secolo a.C. Il suo nome, presso i latini, divenne Bacco ovvero “colui che strepita”, a causa del rumore e delle grida che facevano i suoi seguaci. E il culto prese il nome di “baccanale”.
Bacco viene spesso raffigurato come un uomo col capo coronato di foglie di vite, solitamente ebbro e con in mano una coppa di vino. Il culto del dio del vino a Roma e la sua celebrazione, comportava così tanti disagi alla comunità, che il senato romano lo proibì nel 186 a.C. con il Senatoconsulto de Bacchanalibus.

 

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Rappresentazioni artistiche del dio del vino

La figura del dio del vino nelle arti ha avuto grande importanza sia in epoca classica ed ellenistica sia nell’era moderna dal rinascimento in poi, esprimendosi in molteplici linguaggi artistici che vanno dalla scultura alla pittura al pensiero filosofico fino alla musica e al teatro.

Tra i dipinti forse più rappresentativi della figura del dio del vino, troviamo senza dubbio il Bacco di Caravaggio, realizzato tra il 1596 e il 1597 dal grande pittore italiano.

Antecedente all’opera di Caravaggio, troviamo un’altra scultura molto nota che ritrae Bacco ad opera di Michelangelo Buonarrotti. La scultura marmorea è databile al 1496-1497 ed è conservata nel Museo nazionale del Bargello a Firenze.

Ma Dioniso è stato anche fonte di ispirazione per filosofi e scrittori dell’epoca moderna. Basti pensare per esempio all’opera di Friedrich Nietzsche “La nascita della tragedia” (1872), in cui il filosofo tedesco contrappone Dioniso con il fratello dio del sole e della luce Apollo. Il primo è simbolo degli istinti, della potenza, della musica e dell’ebbrezza artistica, mentre il secondo è forma, bellezza (il principio apollineo).

Sarebbero tante altre le importanti rappresentazioni artistiche che hanno avuto come tema e soggetto il dio del vino e il suoi culto, ma qui vi abbiamo voluto solo dare qualche spunto. Concludiamo però con una curiosità: sapete che anche nell’azienda vitivinicola Dievole è presente una piccola statua di Bacco? Per i più curiosi ecco la fotografia , mentre per i più assetati propongo un brindisi con “divertimento”.

 

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