Il sovescio: ciò che cresce, rigenera
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Vi è mai capitato di osservare attentamente un vigneto? Se per caso avete notato un ricco assortimento di piante crescere tra gli appezzamenti di terra che separano le viti, vuol dire che state osservando il risultato di una particolare tecnica di viticoltura, il sovescio.
Il nostro agronomo, Lorenzo Bernini, spiega quali sono le piante che crescono e perché. “La nostra filosofia è rigenerare la terra, cioè aumentare la fertilità fisica e chimica con metodi naturali, in modo favorire una crescita ancor più vigorosa della flora e della fauna.”

Come facciamo? Subito dopo la vendemmia, cominciamo a lavorare la terra attraverso un processo semplice ma estremamente importante. Foriamo il terreno di circa 60 cm per allagarlo e far penetrare l’ossigeno all’interno. Questo processo favorisce le attività delle radici delle vigne e allo stesso tempo genera una ricca microflora e microfauna.
Subito dopo il processo ossigenazione, in ottobre, piantiamo alcune varietà di semi nella parte di terreno che separa le vigne. E ogni anno continuiamo a sperimentare per capire le varietà migliori. Abbiamo incluso:
Facelia: questo fiore viola, comunemente chiamato tanaceto viola, attira le api incrementando la bio-diversità e l’impollinazione incrociata.

Mostarda: ha delle radici molto profonde che dona struttura al terreno. Inoltre, come tutte le piante, aiuta a evitare l’erosione del suolo.

Trifolium incarnatum: conosciuto anche come Trifoglio Incarnato, le sue foglie a forma ovale crescono a gruppi di tre. Durante l’estate produce dei bellissimi e colorati fiori rossi. Essendo un legume, arricchisce il suolo di azoto.

Fava (favino): il nome Latino di questi favini è Vicia faba minor L., ed è una varietà commestibile di fagiolo. Nei nostri campi, il suo ruolo principale è quello di arricchire il suolo di azoto.

Il terreno è così fertile che spuntano anche altre piante e siamo felicissimi di accoglierle! Nel corso di una recente escursione abbiamo fotografato delle piccole piante di forme e colori diversi; secondo Lorenzo, sono un segno che “stiamo lavorando nella giusta direzione!”

Verso la fine di aprile, procediamo con la pacciamatura delle piante, lasciandole in superficie in modo da non risultare invasive. Il materiale vegetale pacciamato fornisce un eccellente fertilizzante organico per le nostre viti.
Come Lorenzo spiega: “Vogliamo offrire un habitat naturale favorevole alle nostre vigne, con una terra vitale, ricca di sostanze nutritive e ossigeno. Questo permette alle vigne di creare radici profonde, nella migliore espressione possibile del nostro territorio.“